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Gli otto racconti che compongono questa raccolta sono accomunati da un tema che li attraversa tutti: la morte vissuta, pensata e temuta. Il "morire" coincide con "la crisi della presenza" di demartiniana memoria, che pone di fronte al passaggio non solo chi muore ma anche chi resta. La crisi della presenza apre uno squarcio spazio-temporale che impedisce il solito pacifico fluire della vita, che subisce una battuta d'arresto, una frattura. Le fratture restano scomposte fino a quando non si recupera una visione d'insieme, un nuovo slancio verso la "vita vissuta" e l'avvenire, fino a quando non si ha il coraggio di raccontarsi così come si è, di perdonare ed essere perdonati. Il tempo del perdono, che porta con sé l'attesa e la pazienza, la speranza e il desiderio di riconoscersi uomini tra gli uomini, è il solo tempo che può ricomporre, ricucire le fratture e consentire alla vita di riprendere a fluire.